Inauguriamo oggi una sorta di piccola "rubrica" alla scoperta degli ingredienti principali dei nostri prodotti. Iniziamo a parlare di farine, o meglio: farine e semole!
Se siete tra quelli che prima di acquistare/mangiare qualsiasi cosa vi andate a leggere la lista degli ingredienti (magari anche solo per noia), avrete sicuramente notato che tutti i nostri prodotti sono realizzati con un mix di "semola di grano duro" e "farina di grano tenero", a questo nei ravioli al formaggio si aggiunge anche la "farina di grano saraceno".
Ma qual'è la differenza tra "semola" e "farina"? E quella tra "grano duro" e "grano tenero"?
Oggi inizieremo a rispondere alla prima domanda, ossia la differenza tra le semole e le farine. La risposta è da cercare in una questione puramente "geometrica", ossia nella differenza di dimensione dei "granelli" che compongono il prodotto. Semplicemente, prodotti con "granelli" più grossi rientrano nella famiglia delle semole, mentre i granelli più piccoli portano alla definizione di farine. Avete mai pensato al perché lo zucchero che mettiamo nel caffè si chiama "semolato"? Proprio perché questo termine va a richiamare il discorso che abbiamo appena fatto sulla dimensione dei granelli.
Il caso della farina gialla:
Da buoni bergamaschi sulle nostre tavole domenicali molto spesso appare la polenta e come tutti sanno, anche solo per una questione di colore, l'ingrediente fondamentale è la farina gialla. Questo termine molto molto generico fa riferimento al fatto che questo prodotto deriva dalla macinazione del mais, ovviamente giallo. I più esperti (in altri termini, le nostre nonne) sanno bene che esistono due tipologie di farine gialle: la farina bramata e il fioretto. La differenza fra queste due farine è esattamente la differenza che esiste tra semola e farina. La farina bramata ha 'grani' di dimensione maggiore mentre il fioretto risulta essere più fine. Per questo motivo, se si vuole essere precisi la "bramata" non dovrebbe essere definita "farina", bensì "semola".
A proposito di fioretto: c'è un motivo per il quale si chiama in questo modo. Questa farina deve il suo nome al fatto di essere il risultato della macinatura del cuore del mais (la parte più interna), tradizionalmente chiamato "fiore".
Bene, ora sapete come infastidire le vostre nonne/mariti/mogli la prossima domenica che troverete la polenta pronta spiegandogli che probabilmente quella che chiamano farina in realtà è semola!